No, non è un golpe, come grida Beppe Grillo invocando un inedito “tumulto” di piazza. Ma il ruolo di supplente della politica e di celebrante del probabile funerale del Pd (almeno di quello che abbiamo fin qui conosciuto) che Giorgio Napolitano si appresta ad assumere con il suo secondo mandato, è gravido di conseguenze per la storia di questa agonizzante seconda repubblica. La prima conseguenza, la più evidente, è anche quella che lo stato maggiore (si fa per dire) del Partito democratico prova a celare nell’ultimo disperato tentativo di chiudere i cancelli per arrestare la grande fuga del suo elettorato. Vale a dire la mancata archiviazione dell’era Berlusconi; essendo del tutto ovvio (aritmeticamente) che dal Napolitano bis non potrà che nascere un governo pronto a liquidare la maggor parte dei famosi “8 punti” del Pd, guardandosi bene dall’affrontare alcuni “nodi” che riguardano gli interessi di Berlusconi. Il Pdl, che ha speso grandi energie fuori e dentro il Parlamento nella tutela degli interessi del Capo, non può che gioire. E così quei 10 milioni di italiani che credono ancora nel Cavaliere e nella Grande Persecuzione.
Non si capisce, invece, di cosa dovrebbero gioire gli elettori di centrosinistra.
Il Napolitano bis è la seconda gamba che permetterà a Silvio Berlusconi di procedere ancora da protagonista in questa Italia che ribolle. La prima è stata il sorprendente risultato elettorale della coalizione guidata dal Cavaliere.