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Ma Renzi è un grillino infiltrato?

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"Ma Renzi è un grillino infiltrato?". Accendo il telefono di primo mattino e trovo questo messaggio.
Poi sfoglio i giornali, e tra modelli spagnoli in salsa germanica, sbarramenti, listini e collegi ristretti, mi soffermo sul titolo di un'intervista a Daniela Santanchè. "I veri sconfitti sono solo i magistrati, la Terza repubblica nasce con Silvio", decreta la Pitonessa.
Ora, come darle torto? Depurata dalla definizione Terza Repubblica, che mi pare francamente fuori luogo per la mediocre pièce a cui stiamo assistendo, c'è qualcosa, una cosa, l'ennesima cosa, che nasce con... Con l'Unto del Signore ( a questo punto senza dubbio l'appellativo più appropriato tra i molti coniati e auto-coniati per SB).
Quel messaggio e quel titolo mi sembrano all'improvviso contenere le uniche parole degne di nota nella selva di dotte analisi che hanno preceduto e seguito l'incontro e il patto tra il segretario del post-Pd (come l'ha giustamente definito Ilvo Diamanti) e il post-Berlusconi.
A molti elettori del Pd non ancora pronti per il post-Pd non importa molto della facile (e corretta) obiezione che chi attacca Renzi oggi sono gli stessi che l'altro ieri ci hanno costruito le "larghe intese" con il l'Unto (e riunto) SB. Per la semplice ragione che sono gli stessi "molti" che quelle larghe intese non le hanno mai digerite e che erano pronti a smaltire in fretta una certa diffidenza per l'astro nascente della sinistra se avesse tradotto nei fatti l'ansia rinnovatrice cominciando dall'unica rottamazione "storicamente" non procrastinabile. E invece la "nuova" pietanza che a quegli elettori viene servita ha lo stesso sapore di quella mai digerita di dalemiana memoria, quella uscita dalla vecchia cucina di un malinteso realismo.
Quel realismo che nell'Italia degli ultimi due decenni ha significato soprattutto un progressivo abbassamento della soglia del concetto di "normalità". Che ha favorito il baratto tra un'idea di decenza con il mito di una presunta efficienza (il famoso "fare" mai fatto).
Forse a Renzi sfugge la differenza tra il suo realismo "efficiente" e la realtà di un Paese in cui la somma tra il non-voto e il voto-no (quello a Grillo) dà più o meno il 50 per cento. E che una parte del suo elettorato "naturale" potrebbe trovare nel Patto una buona ragione per andare ad accrescere quella percentuale (ecco il senso della domanda: "Ma Renzi è un grillino infiltrato?".


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